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La mia lettera a Babbo Natale
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La mia lettera a Babbo Natale

Scrivo pensando e ricordando i miei natali da bambina. Quando incominciavi a sentire il profumo delle caldarroste per il Corso Buenos Aires, quando la mattina per andare a scuola sentivi già il freddo che ti ghiacciava le ginocchia, cappello, guanti e sciarpa a volte non bastavano a proteggerti dal freddo pungente allora capivi che si avvicinava il Natale, bisognava incominciare a fare i bravi bambini.

Incominciavi  a pensare quali regali chiedere a Babbo Natale. Io andavo a guardare dentro le vetrine dei giocattoli, mentre andavo a scuola, poi correvo per non arrivare dopo il suono della campanella, allora ti davano la nota sul diario, la sera sarebbe stato difficile giustificarsi in casa. Come potevi dire che ti eri fermata a guardare i giocattoli che ti sarebbe piaciuto avere la notte di Natale?

Dopo una delle solite note mia nonna mi disse: "perché non ti fermi quando esci da scuola?". Quando uscivo da scuola avevo una fame che non vedevo nemmeno il semaforo rosso!!!

Allora Babbo Natale era la mamma, il papà, la zia, la nonna, era qualcuno di casa, io credevo in Babbo Natale.

Perché vi scrivo tutto questo? Perché oggi non ho più nessuno a cui dare la mia letterina di Natale, piena di richieste di regali che mi piacerebbe avere, con la classica promessa che mi sarei comportata bene. Lo so, come me tanti altri non hanno più il loro Babbo Natale, ma questo non ci deve impedire di credere ancora, da qualche parte qualcuno sta preparando e infiocchettando dei regali per noi ...