Dai telegiornali escono notizie abbastanza preoccupanti, oltre alla rimozione che subirà un ulteriore ritardo, ma se il ritardo coincide con la sicurezza e riuscita del progetto, questo non dovrebbe preoccupare. Quello che mi ha abbastanza sconvolto è stato l'atteggiamento di una delle società partecipanti, la quale sembra che per mesi abbia millantato un'investitura da parte del Ministero dell'Ambiente che non aveva.
Mi domando allora come può essere che il Conzorzio Titan-Micoperi e la Costa Crociere ancora prima, non abbia verificato tali affermazioni. Con quale titolo questa società opererebbe all'interno del progetto? Vi sono mezzi che operano della stessa società o sono tutti in affitto? Sembra che uno dei suoi mezzi abbia lavorato per un solo giorno poi più nulla. Sarà da considerarsi una società che procaccia affari e per chi? Sarà l’ennesima scatola cinese che aprendone una dopo l’altra scopri che è vuota, o parliamo di società in crisi che trovano il modo di rimettersi in sesto usando sistemi non proprio corretti?
Visto il prolungamento dei termini della rimozione, anche la spesa lieviterà, se poi si dovesse arrivare alla fine e i fondi stabiliti fossero esauriti, prima ancora di chiudere il progetto, cosa succede? Il progetto è interamente privato e su questo non c'è nessun dubbio, ma la nave non si trova all’interno di un cantiere privato bensì appoggiata alla costa dell’Isola del Giglio è questo, concedetemelo, è territorio italiano appartenente a tutti noi.
Quello che infastidisce chi ascolta i telegiornali (almeno questa volta non si può certo parlare di processo mediatico, d’interessi privati o di altro) è che alla fine anche all'esterno delle pubbliche amministrazioni, ormai molte coinvolte negli scandali di appalti mal gestiti o addirittura imposti, vi siano sempre questioni di poca chiarezza. E' chiaro che il giro di soldi che ruota intorno al progetto di rimozione della nave, attiri un po’ di tutto e un po’ tutti, ma addirittura Società che si spaccerebbero per autorizzate da un Ministero ... la stessa Società dovrà chiarire per quale motivo per mesi è apparsa la dicitura Ministero dell’Ambiente, cancellata sembra in fretta come ci faceva notare il giornalista De Gennaro del TG5, al seguito di una telefonata dello stesso Ministro.
Queste sono situazioni imbarazzanti che lasciano l'amaro in bocca, ma che non devono essere prese sottogamba, ne va del rapporto di fiducia che il semplice cittadino deve avere con le istituzioni. Se è così semplice spacciarsi per ciò che non si è per un semplice tornaconto personale, allora vuol dire che il controllo non esite è questo non è un bene, anzi.
Flavio Corsini
Concordia: le società collaterali
Autore: Flavio Corsini
4 Commenti
Senza ritenere di essere un sentenziatore, mi viene da dire ai Gigliesi, che possono essere chiamati a collaborare in qualche modo, fornire appoggio logistico, manodopera, servizi di vario genere, nei lavori di rimozione della Concordia, di essere molto attenti a non farsi coinvolgere in, sempre possibili, attività poco chiare di contorno.
Perché di Iene ce ne sono sempre, pronte a divorarsi i resti delle prede.
Dico questo perché in questo frangente, nel curare il proprio interesse personale, è molto facile offuscare il prestigio che gli Isolani residenti si sono meritati di fronte al mondo intero, che deve restare l’orgoglio di tutta la Comunità Gigliese, della quale mi sento di essere parte !! E questo sarebbe imperdonabile !!!
Robe da terzo mondo queste.Siamo veramente in mano ai delinquenti ed ai razziatori della cosa pubblica di ogni specie possibile ed immaginabile. E chissà cos'altro c'è ancora dietro a questo recupero,che schifo!.Ma la magistratura che fà?
Certo è un aspetto marginale, ma quest'estate,quando ho visto uno dei più bei terrazzi del Giglio coperto dall'inutile e sgraziato cartello della Castalia, mi sono detta:"E siamo messi bene, se questa è la sensibilità ambientale del Ministero dell'ambiente!" Alina Fanciulli,del Mazzolo
Questo il servizio del TG5:
http://news.centrodiascolto.it/video/tg5/2012-12-13/ambiente-e-salute/il-recupero-del-relitto-della-costa-concordia
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