LA STORIA SI RIPETE
Da un paio di giorni girano per l'Isola due camion container, si è capito subito che questi camion sono qui per la vendemmia pertanto è certezza che l'ansonica del Giglio andrà a vinificarsi chissà dove. 
La prima cosa che mi è venuta in mente è proprio quando ero ancora piccolo ed ho ancora un ricordo lucido di quando una parte dell'uva del Giglio veniva caricata sulla barche e portata a Civitavecchia per finire poi come frutta sulle tavole imbandite; la parte più consistente però rimaneva sull'Isola e veniva vinificata dai contadini stessi. Da essa usciva fuori il famoso vino di diciotto gradi di cui ogni gigliese, anche se non contadino, si sentiva orgoglioso: un meraviglioso prodotto finale chiamato "ANSONACO DEL GIGLIO".
Oggi, al posto delle barche, arrivano i camion ma il problema credo non sia il mezzo con cui si trasporta la nostra uva sul continente (un mezzo vale l'altro), il problema vero è che allora probabilmente, data la grande quantità di uva prodotta, si era costretti a venderne una parte per problemi di sopravvivenza economica; oggi non credo esista un problema di sopravvivenza ma sicuramente uno economico si e tutto questo in barba a chi vuol mantenere tradizioni e cultura.
Chiudo con una comparazione apparentemente insignificante che riguarda il mio mestire di costruttore edile: per costruire le case prima importiamo la sabbia ed il cemento con costi altissimi di trasporto quando poi andiamo a demolire qualcosa questa sabbia e cemento tornano nel continente sotto forma di detriti con altri costi altissimi di trasporto; non vorrei che un domani, magari non troppo lontano, succedesse questo anche con l'uva mentre con un'azione intelligente potrebbe essere evitato con possibilità di creare di posti di lavoro per le future generazioni.

Modesti Giuseppe