Sono solo due gli amori extraconiugali che mi rimangono. Difficili da gestire entrambi.

Il primo è il mondo che mi circonda: l'ambiente. Ciò che gira intorno a me, vicino a me o distante da me, gradirei fosse generoso verso quest'isola che non è soltanto bella perché Dio o la Natura o chi volete voi la creò così: ma perché anche l'uomo contribuì a salvarla, dai Romani a Leopoldo.

Vi ho già svelato il mio secondo amore extraconiugale: l'uomo, la gente isolana.
Del cuore, della intensività affettiva, della profondità affettiva, del sentimento comunitario del nostro popolo lo sapevo dapprima: ma l'ho riscontrato più tangibilmente pochi giorni fa quando ho accompagnato con infinita tristezza un giovane che mi ha preceduto nel silenzio perpetuo.
E' un popolo che cresce e che si appropria della sua umanità. E la esprime con forza vulcanica.
Bene.
Ma quell'altro amore mi dà preoccupazione. Forse mi tradisce. Ne sono quasi sicuro. Ne trovo tracce sulle spiagge e nel mare, intorno ai cassonetti, lungo le strade e le valli e i sentieri.
C'é una faglia ormai tra il mio primo e secondo affetto.
Leggo e rileggo, come fan tutti, qualche giornale. Anche perché c'è sempre da imparare. Ma che?
Oggi, su un giornale regionale, un certo Angelo Gentili grida l'allarme perchè troppe barche vanno a Giannutri.
Ma le barche perchè ci sono?
Per andare forse sulle Dolomiti?
E leggo ancora sullo stesso giornale questo titolo "Ballerine nude contro la guerra".

Non avrei mai immaginato che per la pace nel mondo ci fosse bisogno di "falla vede'".