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"Il Mondo Addosso", un podcast di Matteo Caccia sul naufragio della Concordia

SU AUDIBLE ARRIVA “IL MONDO ADDOSSO”, 
IL NUOVO PODCAST DI MATTEO CACCIA 
DEDICATO ALLE STORIE DEGLI ABITANTI 
DELL’ISOLA DEL GIGLIO, 
ALL’ALBA DEL 10° ANNIVERSARIO DEL NAUFRAGIO DELLA COSTA CONCORDIA 

Da oggi, 22 novembre, in esclusiva su Audible.it 

Nella vita delle persone ci sono giorni che passano senza lasciar traccia e poi ci sono quelli che segnano un “giro di boa”, una linea di demarcazione oltre la quale tutto cambia.

Uno di quei giorni è la sera di venerdì 13 gennaio 2012, in cui la Costa Concordia – che stava effettuando una crociera nel Mediterraneo con partenza da Civitavecchia e scali previsti a Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari e Palermo – naufraga davanti al porto dell'Isola del Giglio. Da quel momento tutto cambia non solo per i passeggeri della nave ma anche per gli 800 abitanti dell’isola, che fino ad allora erano immersi nella normalità di un inverno come gli altri. Quando alle 21.45 la nave urta il più piccolo degli scogli delle Scole, situato a circa 500 metri dal porto, provocando uno squarcio di 70 metri nello scafo, quel momento segna per tutti loro una linea, netta e imprescindibile, un prima e un dopo.

A quasi 10 anni da quel giorno, a dar voce alle storie degli abitanti dell’isola del Giglio che in quella notte hanno accolto, soccorso, nutrito e scaldato i superstiti del naufragio, da oggi arriva su Audible – società Amazon tra i maggiori player nella produzione e distribuzione di audio entertainment di qualità (audiolibri, podcast e serie audio) – “Il Mondo Addosso” di Matteo Caccia, una produzione Mismaonda per Audible Original.

Abbiamo rivolto a Matteo Caccia qualche domanda sulla sua inchiesta e sul modo con cui è riuscito a rapportarsi con la popolazione gigliese:

In questa incredibile vicenda, lo sosteniamo da tempo, tante storie non sono ancora state raccontate perché custodite gelosamente da chi ha vissuto quella tragica notte ... sei riuscito, Matteo, a scovarne qualcuna mai raccontata?
Non so se quelle che hanno raccontato a me i gigliesi non le hanno mai raccontate a nessuno ma credo che le grandi storie stiano nelle sfumature, negli a parte, in quelle micro storie che la cronaca di solito non copre. Piccole narrazioni come quelle di Mario Pellegrini che ricorda il salvataggio di un ragazzino in una piscina ai caraibi per spiegare la sua abitudine al salvataggio, oppure la commozione di Don lorenzo quando ricorda le gesta dei gigliesi, o il gesto di una isolana verso Suor Lina a cui consegna una sua giacca perchè lei era rimasta senza per averla regalata a un naufrago, ma anche la frase di Luigi Baffigi che per raccontare come i gigliesi hanno fatto solo quello che andava fatto mi ha detto “in fondo tutti noi facciamo “aiuto” di secondo nome"

Hai scoperto particolari o aspetti della vicenda a cui non avevi mai pensato?
Il primo aspetto è sicuramente l’invasione di operai e tecnici che per due anni hanno vissuto e lavorato sull’isola, questa è una cosa che là fuori non è stata compresa fino in fondo, ma soprattutto la generosità di ogni gigliese che quella notte è sceso al porto e ha aiutato, accolto, scaldato.

Ci sono risvolti o narrazioni di quella notte che la cronaca nazionale aveva ignorato o comunque raccontato diversamente?
La cronaca si occupa dei fatti, io mi occupo delle storie e nelle storie c’è sempre un pezzo di umanità che è difficile cogliere raccontando solo gli accadimenti. C’è una particolare qualità del racconto nella voce dei gigliesi, una propensione all’aiuto tipica della gente di mare, uno sforzo unanime che è commovente. Ma soprattutto la cronaca non ha raccontato gli strascichi che quella tragedia ha lasciato sugli isolani. Il ricordo delle vittime e la loro propensione degli isolani a prendersi sulle spalle il lutto dei parenti.

Come è stato l'approccio dei gigliesi nei tuoi confronti? Hai trovato differenze tra il modo di essere della comunità gigliese rispetto a tante altre con cui hai avuto a che fare?
I gigliesi con me e con la squadra di lavoro sono stati straordinariamente accoglienti. Tutti si sono prestati al racconto donandoci parte del loro tempo. Nessuno si è tirato indietro siamo stati accolti sull’isola come poche volte mi è capitato. 
Non vedo l’ora di tornarci

Cosa ha lasciato, secondo te, questa tragica vicenda nel tessuto sociale gigliese?
La cosa più evidente che è rimasta è il senso di comunità. Una risorsa che dovrebbero ricordare tutti gli italiani in questi momenti difficili è proprio questo insegnamento: da soli si ottiene poco, insieme si può fare molto, anche accogliere 4000 persone infreddolite in una notte di gennaio, anche lottare un virus invisibile

Il podcast descrive l’evento dal punto di vista dell'isola e dei suoi abitanti, che dalla sera del 13 gennaio 2012 si sono ritrovati sotto l’attenzione di tutti i media nazionali e internazionali. Donne e uomini di mare, abituati alla solitudine e all’isolamento di una vita tranquilla spesa su una piccola isola del Mediterraneo, battuta dai turisti per un mese all’anno e dal maestrale per gli altri 11, che il mondo è andato a stanare per metterli al centro di articoli, talk show e processi.

Nelle 10 puntate da 50 minuti ciascuna, quindi, non ci sarà spazio per l’analisi della responsabilità del naufragio, per il comandante che abbandonando la sua nave è diventato il simbolo di un intero paese in declino o per l’incredibile avventura ingegneristica che ha raddrizzato una nave affondata e l’ha fatta navigare lungo il Mar Tirreno fino a Genova.

Il podcast dà invece voce, con una narrazione corale e insieme privata, all’isola che si è sempre lasciata raccontare ma che adesso prende la parola e si racconta attraverso le storie del sindaco, dell’ex guardiano del faro, della suora o della signora che apre la sua casa e accoglie i naufraghi come fossero suoi figli scampati al pericolo e tornati alla vita.

Voci e storie ascoltate e raccolte da Matteo Caccia (già autore per Audible dei podcast “La Piena”, “Oltre il confine” e “L’Isola di Matteo”), che per realizzare “Il mondo addosso” è stato al Giglio per una settimana ad ascoltare e restituire in podcast i destini di quelle donne e quegli uomini che si sono visti arrivare una nave addosso, e seppure colti totalmente alla sprovvista, hanno preso in mano la situazione e hanno fatto quello che da millenni fanno gli isolani: accogliere ciò che arriva dal mare.

Penso che il Giglio sia un grande laboratorio, in cui ognuno di noi attraverso le storie dei suoi abitanti può provare a capire come reagisce l’essere umano quando un imprevisto enorme e incredibile si presenta nelle nostre vite: sotto forma di un lutto, di una malattia, dell’amore che arriva o che se ne va, di una nave che si schianta sui tuoi scogli o di una pandemia che irrompe nella vita di un pianeta intero.” Racconta Matteo Caccia: “Sono storie di donne e uomini di mare, abituati a cavarsela da soli, ma anche abituati ad accogliere. Persone che hanno agito, senza farsi domande, persone che dopo quella notte sono state diverse, perché sull’isola, come molti mi hanno raccontato, il tempo si divide in prima e dopo Concordia”.

Le puntate del podcast:

  1. Come un ragazzo che gioca sulla neve
  2. Mi hanno portato Gesù Bambino
  3. Una nuova consapevolezza
  4. Per la seconda volta la storia passava dal Giglio
  5. Era sempre estate
  6. Fino in Russia
  7. Mi sono messo ad aspettare
  8. Tornare alla vita di prima
  9. Attaccato allo scoglio come le patelle
  10. Tranquilli in mezzo al mare