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La nostra esperienza personale con il Covid
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La nostra esperienza personale con il Covid

Facendo seguito alla mail di Elio Pini cerco di descrivere il più asetticamente possibile come i miei genitori hanno vissuto e stanno purtroppo ancora vivendo questa esperienza sperando che possa essere di aiuto ad altri per il futuro:

Martedì 12 u.s. hanno iniziato ad avere dei sintomi influenzali e mercoledì hanno chiamato il dottore per le cure del caso.

Giovedì 14, dopo aver appreso che una persona con la quale avevano avuto un contatto ravvicinato è risultata positiva, hanno chiamato il Dottore per segnalare il contatto ravvicinato.

Il Dottore, che nel frattempo stava visitando, ha risposto che avrebbe chiamato a fine visita, i miei non sono più stati ricontattati. Nel frattempo, su segnalazione di una altra persona positiva del Giglio che ha riferito di aver avuto contatto stretto con i miei, gli organi competenti (USCA) li hanno contattati ed inseriti nella lista delle persone da sottoporre a tampone per il martedì seguente, cioè 6 giorni dopo, 7 se contiamo che il referto lo danno mercoledì.

Dopo mezz’ora già ricevevano e ricevevo anche io telefonate di richiesta informazioni di isolani vari perché già sull’Isola li davano, e a ragione, per positivi accertati.

Il tampone, come detto, è stato fissato per il martedì successivo e loro sono stati giustamente messi in isolamento, senza terapie particolari perché fino alla accertata positività il Dottore non è autorizzato a somministrare farmaci diversi da quelli antinfluenzali.

Nel frattempo i sintomi si sono conclamati in quelli da Covid-19, e hanno iniziato a ricercare istruzioni e farmaci idonei dal Dottore in servizio all’Isola del Giglio, quest’ultimo ha risposto ma ha rimandato il consulto in quanto si trovava in riunione con altri medici per decidere il da farsi per questa situazione. Il dottore è ripartito per la terra ferma con il traghetto delle 17,30 senza richiamare i miei genitori. Loro intanto hanno continuato a chiamarlo senza esito e dopo le ore 18.00 scattava direttamente la segreteria telefonica sulla quale risultava però impossibile lasciare messaggi in quanto esaurita, quindi si sono rivolti alla guardia medica, che risponde solo da dopo le 20.00.

Fino a lunedì non sono riusciti a mettersi in contatto con il Dottore. Quando lunedì sono riusciti a contattare il Dottore gli è stato risposto, e devo dire correttamente stando ai compiti istituzionali di queste USCA, che in quanto sospetti malati di Covid non erano più sotto la sua giurisdizione ma sotto quella dell’USCA, in tutta questa situazione non risultavano ancora positivi “ufficiali” ma solo presunti tali.

Martedì 19 mattina hanno fatto il tampone e il mercoledì seguente il referto è stato quello di positività.

L’USCA si è fatta viva prendendo in “consegna” i miei genitori mercoledì, dopo il tampone positivo, e quindi i miei genitori sono rimasti per diversi giorni in un limbo senza sapere a chi fare riferimento per il loro caso. Di fatto sono rimasti senza assistenza sanitaria neanche telefonica, eccezion fatta per Armando Schiaffino che si è prestato a dare consulenza e conforto.

Le terapie farmacologiche nel frattempo non sono cambiate e i due hanno sostenuto i sintomi di una influenza “rinforzata” fino a venerdì sera quando tutto sembrava volgere per il meglio.

Sabato mattina, a seguito di un peggioramento delle condizioni, è stata chiamata la Guardia Medica che, al fine di ottenere informazioni più dettagliate sullo stato di salute di mio padre per prendere delle decisioni, ha disposto di far venire l’elicottero in quanto il mezzo è dotato di apparecchiature di diagnosi non presenti sull’Isola.

Nel frattempo mia madre riceveva fin da subito diverse telefonate da isolani che per fortuna, anche se non dovrebbe essere questo il canale di informazione e anche se queste telefonate hanno gettato mia madre nello sgomento, la avvisavano che Eros sarebbe stato portato a Grosseto in elicottero. Figuratevi mia madre che pensava di rivedere il marito entro pochi minuti come si è sentita a questa notizia, meno male che almeno, nonostante l’agitazione, le si è accesa la lampadina e ha provveduto a fargli una valigia altrimenti mio padre sarebbe partito senza neanche un paio di mutande di ricambio e senza telefonino, che è stato l’unico mezzo di informazione da sabato ad oggi che, dopo 2 giorni di telefonate, finalmente sono riuscito a parlare con un dottore.

Quindi da sabato è a Grosseto, ricoverato con l’ossigeno e con la polmonite, con la mascherina fino a ieri mattina, nel pomeriggio sembrava che gli dovessero mettere il casco. Prestando fede a quanto mi ha appena detto il dottore dell’ospedale sembrerebbe in normali condizioni fisiche generali, ma siccome all’esame dell’emogas hanno trovato l’ossigeno scarso stavano valutando di mettergli il casco che dovrebbe apportare più ossigeno alle vie respiratorie, ma dopo esami di ieri pomeriggio hanno valutato di lasciarlo in mascherina.

Intanto in giro al porto si dice che Eros è intubato come fosse in fin di vita (e qui mi tocco) e in diversi hanno chiamato mia madre chiedendole “come sta Eros? perché sai si dice in giro che lo hanno intubato” chiaramente questo non giova allo stato psichico di mia madre che, già malata pure lei, è in grande apprensione per mio padre.

Spero che Babbo torni presto a casa.

Ringrazio Armando per l’assistenza prestata e non dovuta, Caterina di Carlino e quanti altri stanno provvedendo ai bisogni di mia madre, dalle medicine al cibo, perché lei non si può muovere da casa e noi figli non possiamo venire per via delle restrizioni. Ringrazio anche il Sindaco Sergio Ortelli che quotidianamente ed in prima persona ha telefonato ai miei genitori per informarsi del loro stato di salute.

Costantino SCHIAFFINO