La Sala de I Lombi risanata
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LA SALA DE I LOMBI RISANATA

"Il primo giro di valzer sul pavimento nuovo di zecca, in quella sala costruita pietra su pietra da tutta la popolazione del Castello, lo fece la coppia più anziana del Paese. Nel loro sguardo attento e soddisfatto, brillava l’emozione più pura. Poi ballarono tutti.”

Erano i tempi fermi dei nostri bis-nonni, del vivere quotidiano sull’isola. Del lavoro quotidiano sull’isola. Dall’alba al tramonto sempre in azione, sempre qualcosa da fare e … a letto presto, perché la giornata col daffa iniziava prima dell’alba.

Mancava qualcosa però a questa Comunità che lavorava cantando e ballava - appena poteva - in spazi brevi, prestati. Ed eccola la Sala da ballo con le fattezze e coronamento a capanna, (che la storia dell’arte spiega molto bene nello stile architettonico Romanico) tirata su dove in tempi ancora più remoti regnava l’orto del Capitano della Rocca: i Lombi,  nome storpiato da un’altra definizione arcana, ipotizzata, ma mai decifrata? Chissà.

Da quel lontano primo ballo, i Lombi diventano il simbolo del divertimento e degli amori nascenti per intere generazioni che aspettavano l’emozione dell’incontro camuffato in timidi balli. Al suono del complesso Luna chiara si sono conosciute, innamorate, fidanzate e sposate centinaia di coppie gigliesi;  suoni rimasti  scolpiti nell’animo, come oggi, i ricordi.

I nomi di quei suonatori bisogna scriverli nel giorno in cui la sala dei Lombi viene riconsegnata, sanata e restaurata, alla comunità con istanti di storia raccontati da Pietro Brothel, l’ultimo minatore del Giglio. Richiamare alla memoria queste persone e ringraziarle, per un pezzo prezioso di storia gigliese che hanno lasciato, creando momenti aggreganti anche con gli abitanti degli altri Borghi dell’isola (a quei tempi abbastanza sconosciuti):

Angiolino Landini Carlo Brandaglia Benedetto Bancalà Ilio Landini Vasco Centurioni (e forse qualcun altro) Dopo verrà la discoteca col mitico Giovacchino detto “il re dei Lombi”. Ma questa è un’altra storia.

Un pomeriggio particolare vissuto con mio figlio, che assomiglia in modo impressionante alla sfortunata bisnonna Ulderica, che nello splendore della giovinezza, portò le pietre per quella sala sognata e poco goduta.

Palma Silvestri - della Barroccia foto di O. Brandaglia e G. Marelli