LEGAMBIENTE CHIEDE CHE SIANO MESSE IN OPERA LE OPERAZIONI DI SVUOTAMENTO DEI GRANDI SERBATOI DEL CARBURANTE PER SCONGIURARE ANCHE LA TRAGEDIA AMBIENTALE

Il drammatico naufragio della nave Concordia della Costa crociere, avvenuto nella notte del 13 gennaio all’Isola del Giglio, solleva nuovamente seri interrogativi sul traffico delle grandi navi, passeggeri e commerciali, nel Santuario dei mammiferi Marini Pelagos e nel mare protetto dell’Arcipelago Toscano.

Legambiente rivolge le sue condoglianze alle famiglie delle vittime di questa tragedia, che sembra inspiegabile dal punto di vista tecnico e della navigazione, ed è solidale con l’amministrazione comunale, la popolazione del Giglio e con tutte le persone che si trovano a far fronte a un grande problema. Allo stesso tempo, però, non può dimenticare di aver già sollevato negli anni passati seri dubbi sulla presenza di grandi navi da crociera molto vicine alle coste, come documentato più volte per Giannutri, e di aver segnalato, anche insieme ad amministrazioni locali come quella di Campo nell’Elba, la necessità di allontanare le rotte delle grandi navi e di quelle con carichi pericolosi dalle isole dell’Arcipelago Toscano e soprattutto dai tratti di mare più a rischio o vicino alle aree protette.

“Il naufragio della Concordia va affrontato immediatamente e con ogni mezzo a disposizione – spiega Umberto Mazzantini, responsabile Isole minori Legambiente -, perché da tragedia umana e della navigazione non si trasformi in disastro ambientale, che sarebbe anche un disastro economico per un’isola che vive di turismo”.

Legambiente chiede che siano immediatamente messe in opera le operazioni di svuotamento dei grandi serbatoi del carburante
dalla nave da crociera e che si avvii subito un'azione che punti ad un celere spostamento della nave dal basso fondale su cui si è adagiata ed sua messa in sicurezza.