Carissimo Gabriello,
come tu ben sai il 12 gennaio scorso c’è stato un incontro con la Giunta Montargentarina alla quale abbiamo ripresentato il problema dei parcheggi a Porto S. Stefano, già abbondantemente anticipato con la nota delibera del Consiglio Comunale.

Nell’occasione, il Sindaco Cerulli si è riservato di fornire una risposta sulle questioni richieste anche se i noti fatti sui sequestri dei pontili e sulle concessioni demaniali gli hanno impedito di essere sollecito nel dovuto riscontro. Ho già detto che, non appena ci saranno novità sulla famigerata questione, informerò tutti doverosamente del problema che peraltro è sentito da molti cittadini residenti e dai pendolari “scolastici”. Ricordo inoltre che, fra quanto abbiamo esposto alla Giunta di Monte Argentario, tutte le nostre pretese hanno alla base la modifica del funzionamento delle macchinette il cui meccanismo prevede oggi un blocco dei parcheggi fino a tre giorni e che quindi diventa imprescindibile mutare questo limite in funzione delle esigenze isolane. Altro aspetto sul quale stiamo studiando è con quale criterio formulare la lista dei Gigliesi storici non residenti che deve essere giuridicamente inappellabile altrimenti non ha senso alcuno.

Per quanto riguarda le monetine, pur considerando che noi siamo “obbligati” a transitare da Porto S. Stefano per questioni di territorio, ti dico che il sottoscritto quando frequenta la Liguria o altri siti (ormai dappertutto) si dota di un chilo di monetine sapendo che non si parcheggia se non a pagamento. Io rispetto la decisione di Cerulli che non condivido per le modalità di funzionamento (i tre giorni ci penalizzano e quindi saranno modificati) e per il modo con cui ha istituito il sistema a pagamento (non ci ha consultati prima) ma l’ultima parola purtroppo spetta a lui. Tu dici che verrai martedì ma io ho gente che viene tutti i giorni e che si è organizzata per come è stato pensato il sistema dei parcheggi. Ma il problema, caro Gabriello, lo dobbiamo vedere da uno stesso punto di vista. Altrimenti perdiamo di vista quello che è il vero problema.