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"Una gioiosa gioventù": dedicato a Anna Pellegrini di Rocco
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Una gioiosa gioventù
Dedicato a Anna Pellegrini di Rocco

Erano per noi gli anni della crescita intellettuale.
Un distacco netto dalla fanciullezza che ci aveva accompagnato ingenuamente e spontaneamente sin dalla nascita in quel mondo fantastico di vita isolana.

Avevamo quasi tutte/tutti preso il volo dalla casa paterna: sparsi per l’Italia alla ricerca di quell’Io interiore che reclamava conoscenza, cultura, realizzazione attraverso gli studi per una professione dignitosa e gratificante. Ma l’amicizia non aveva scadenze, cordone mai strappato neanche oggi a più di quarant’anni di distanza, quella era rimasta sul traghetto che ti riportava a casa e non c’era piacere più grande dell’esprimerci nel nostro lessico mai stato vero dialetto, ma un italiano dai verbi tronchi costruiti su frasi famigliari e antiche, parole trovate poi con stupore nei libri d’italiano studiando Dante o Manzoni.

Stavano finendo gli anni ‘60 e al Giglio, nella ventata di modernismo rampante, da Porto Santo Stefano arrivò la Scuola Guida curata da un simpatico uomo dagli occhi sorridenti e la faccia grande decorata da due enormi baffi che soprannominammo subito, Baffone.

Anna di Rocco era con noi, il grande gruppo formato dalla stessa scuola elementare; il corso si svolgeva in un locale fuori porta e, a quel brav’uomo gliene combinavamo di tutti i colori dando risposte contrarie alle regole richieste dalla teoria, ma era un gioco, tutto come un piccolo teatro, ché, le risposte giuste arrivavano subito dopo.

Una volta l’istruttore chiese: siete in prossimità di un semaforo che è sull’arancione, cosa fate? Anna appoggiata da me, rispose: do una sgasata, accelero e passo.
Mentre lo diceva rideva come ridevo io e tutti gli altri e, come rise poi il buon Baffone che capì il nostro spirito isolano sarcastico ma gioioso, infatti, alla fine del corso fummo tutti promossi.

Spesso, alla guida della macchina, in prossimità di un semaforo mi ritorna l’aneddoto dell’arancione che ti invita a …sgasare accompagnato dall'eco lontana della schietta risata di Anna.
Ma la vita, ha dato alla mia amica un’accelerata su una malattia che spenge i ricordi: una sgasata dall’arancione al cielo, proprio lei che amava tanto la terra, gli scavi e i contenuti antichi celati nel suo ventre.

Palma Silvestri