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Un’isola all’opera: torna "Il Giglio è lirica"
Un’isola all’opera: torna "Il Giglio è lirica"

L’Associazione culturale “l’arte in scena” organizza la VII° edizione di "Il Giglio è lirica": un connubio tra musica e vino su una delle isole più affascinanti dell’arcipelago toscano, l’isola del Giglio.

Venerdì 4 e domenica 6 Agosto 2017 l’associazione culturale “L’arte in scena” con il contributo della Fondazione Cassa Risparmio di Firenze e in collaborazione con Modigliani Produzioni organizza la VII° edizione di “Il Giglio è lirica”: un connubio tra musica e vino su una delle isole più affascinanti dell’arcipelago toscano, l’isola del Giglio.

Il programma, patrocinato dalla Regione Toscana, dal Comune di Isola del Giglio e dal Comune di Collesalvetti, prevede degustazioni, tavole rotonde e l’ormai tradizionale opera lirica della domenica sera.

lirica mongiardino isola del giglio giglionewsSi comincia venerdì 4 agosto 2017 alle ore 18.30 alla Rocca Pisana con un focus relativo al vitigno Ansonica: una tavola rotonda con i produttori vitivinicoli che operano sull’isola con la partecipazione del Prof. Mario Brandaglia in veste di moderatore.

La serata prosegue in Piazza dei Lombi dove, dalle 21.30, inizia “Il vino nell’opera lirica”, un percorso narrato alternato ad esecuzioni musicali di arie e duetti, in cui si andrà idealmente a spasso per la storia, alla ricerca di alcune situazioni particolari in cui il vino e la musica si sono uniti in un legame gustoso e creativo: brindisi, arie, duetti e aneddoti del Melodramma ottocentesco. Interverranno il soprano Mimma Briganti, il mezzosoprano Giorgia Gazzola, il tenore Gianni Mongiardino, il baritono Ivan Marino, il pianista M° Stefano Addabbo e, in qualità di narratore speciale, Enrico Beruschi.

Domenica 6 agosto in Piazza dei Lombi si inizia alle 19.30 con una speciale degustazione di prodotti tipici enogastronomici per arrivare al clou della manifestazione alle ore 21.30 con la rappresentazione dell’Elisir d’Amore, opera buffa in due atti di Gaetano Donizetti.

Dopo la mietitura, Nemorino, contadino timido e impacciato, ammira da lontano la ricca e capricciosa Adina, e non osa dichiararle il suo amore. Quando l’impettito sergente Belcore comincia a rivolgere a Adina con un certo successo le sue attenzioni, finalmente trova il coraggio di farlo, ma ne riceve un rifiuto, e il consiglio di recarsi piuttosto al capezzale dello zio malato. Intanto arriva al villaggio Dulcamara, un ciarlatano che, saputo dell’amore disperato di Nemorino, gli offre un elisir magico che gli permetterà di conquistare Adina in meno di ventiquattr’ore, in realtà un fiasco di vino rosso. Nemorino, più sicuro di sè, innervosisce la ragazza, che per puntiglio decide di sposare il generale Belcore ma questi deve partire subito col suo reparto, e le nozze si devono celebrare subito. Intanto il vino fa il suo effetto sul giovane, che sembra ancora più allegro e, ancora speranzoso nell’effetto della pozione, le chiede di rinviare le nozze almeno d'un giorno, perchè l'elisir possa avere l’effetto desiderato. Adina intanto non ha più tanta fretta, e Nemorino chiede a Dulcamara una seconda bottiglia di elisir; per pagarla si arruola nell'esercito di Belcore. Nel frattempo si sparge la voce che lo zio del giovanotto è morto lasciandolo erede di una fortuna. Tutte le ragazze aspirano adesso a farsi sposare da lui, e Nemorino, vedendosi tanto ammirato, attribuisce tutto il merito a Dulcamara ed al suo elisir, lusingandosi d’essere corteggiato da tutte le ragazze del paese. Adina, saputo che si è fatto soldato per lei, comincia ad amarlo, e ricompra da Belcore l'atto d'arruolamento, che consegna a Nemorino, dichiarando il proprio amore. Nemorino continua a credere di dovere la sua felicità all'elisir. Belcore intanto accetta filosoficamente il fatto compiuto, mentre Dulcamara vanta il suo portentoso elisir, responsabile del felice scioglimento della vicenda.