giuseppe danei panzallegra panza terra isola del giglio castello giglionews
Una vita con la terra

Una vita con la terra

In paese lo chiamavano tutti “il Panza”, affettuosa abbreviazione di “Panzallegra”, soprannome invece, del suo babbo Salvatore. Generalmente in seno a una stessa famiglia si sviluppano caratteri e personalità diverse tra figlio e figlio, pure cresciute con la stessa minestra, gli stessi rimbrotti, la stessa semplice e onesta educazione alla terra, al lavoro.

Tra i quattro figli maschi di Salvatore e Libera (i Danei), Giuseppe detto Peppe - il nostro Panza - è quello che ha assorbito di più l’eredità paterna, di quella semplice e onesta educazione, facendo sua la cultura e lo stile dell’eco-tipo gigliese attaccato alla terra all’orto e alla vigna. Identico al padre anche nell’incedere garbato e pacato e nel proporsi nella sua cantina di via Bianchi con la famiglia e gli immancabili amici.

Peppe aveva un amico speciale che lo seguiva come un’ombra nell’ora della merenda. Non molte parole: l’attesa davanti al ferracchione dell’antica porta e il bicchiere ansonaco da bere e commentare seduti tra damigiane e bottiglioni. L’amico si chiamava Adone.

“Il Panza” era cugino di mia madre; io avevo più confidenza con i fratelli: Ilo, Nanni e Attilio, ma quando lo incontravo, spesso, perché nella buona stagione, rientrando dalla campagna passava sempre dal fondo delle mie scale, mi affacciavo alla finestra per salutarlo e notavo che mancavano sempre pochi minuti a mezzogiorno.

Al tempo delle mugnache era lui a darmi una voce: Oh Palma, vai al Vernaccio, nell’orto l'albicocco è zeppo!

Grazie Peppe e un mesto abbraccio affettuoso alla tua famiglia. Palma

P.s. mugnaca = albicocca