Riceviamo da un nostro lettore questo documento riguardo il tema del momento ovvero l'Area Marina Protetta e la gestione del territorio.
Finalmente il punto di vista di un gigliese che vive sull'isola 365 giorni all'anno; un punto di vista equilibrato, privo di colorazione politica e scevro da ogni ideologia.
Un testo intriso di mille spunti attraverso i quali intavolare una seria e proficua discussione e che, per questo, abbiamo deciso di pubblicare in prima pagina.
Su richiesta dell'autore stesso lo presentiamo in forma anonima.

"E’ ormai da tempo che imperversa il dibattito sull’istituenda amp di Isola del Giglio.

Non voglio entrare nel merito del se e del quanto sia opportuno istituirla anche se un’idea me la sono fatta. Vorrei solo tentare di riflettere a voce alta su di un concetto relativo alla gestione del territorio che dovrebbe essere riservata a chi vi abita nel rispetto ovvio delle leggi.

Nel caso di questa amp ci troviamo secondo me di fronte ad un’eccezione regolata male dalla legge che ne detta l’istituzione e la successiva e non meno importante gestione. La regola è che la gestione di un’amp spetta al comune del territorio in cui l’area insiste. Se invece l’area insiste o confina con un parco l’amministrazione spetta a quest’ultimo.

Che il parco dell’arcipelago sia cosa anomala è sotto gli occhi di tutti. Ha una superficie vastissima, è formato da isole senza continuità territoriale ne tra loro (non servirebbe a niente) e per alcune neanche con la terraferma, con storia, tradizioni e cultura diversissime.
E’ un’entità, una definizione puramente geografico-convenzionale. In teoria potrebbe verificarsi che nessun rappresentante ne del comune del Giglio ne della provincia di Grosseto facciano parte dell’ente gestore dell’area mp cioè che un comune che rappresenta due isole importanti non possa intervenire concretamente in un contesto vitale per la sopravvivenza della propria comunità.
Per fare un esempio concreto è come se il piano regolatore del comune del Giglio lo facesse il ministero e venisse preposto alla sua gestione un ente terzo nel quale nessun rappresentante del Giglio vi fa parte. Questa non è un’ipotesi puramente teorica ma nel contesto di cui trattiamo è molto probabile possa verificarsi.

Non voglio utilizzare strumentalmente questo argomento per portare voti a questo o quel partito politico o a questo o quel candidato sindaco e neanche per difendere interessi economici più o meno speculativi e di una parte esigua.

Ritengo che nell’interesse di tutte le componenti ed in particolare dell’ambiente da salvaguardare, il soggetto da mettere al centro, il fine da raggiungere sia l’ecosistema con protagonista suprema la persona che ne è componente ed in questo caso il gigliese. Per tale intendo quelle persone che per libera scelta, senza calcoli speculativi di nessun genere, senza costrizione, vivono al Giglio perche lo hanno scelto o mantenuto come il posto ideale in cui passare la loro vita o vorrebbero viverci ma, per problemi oggettivi, non possono ma che, una volta risolti, lo faranno.
Vivere al Giglio significa viverlo totalmente. La qualità e quantità della vita vissuta è per noi la migliore che si possa ottenere. Vivere in simbiosi con l’isola sia in positivo: mare e campagna, barchetta e vigna-orto, bar, lunghe passeggiate, san Mamiliano, la chiesa, solidarietà, modestia, schiettezza, canto, musica, turismo e perché no viaggi in ogni dove.
Ma anche con problemi: Castello (gioiello trascurato), Porto (gestione insufficiente), trasporti, sanità, scuola, giovani, anziani, turismo, scarso senso del volontariato, presunzione, inadeguatezza tra importanti uffici e/o servizi e loro responsabili.
Alcune di queste attività fanno parte della nostra tradizione e cultura, altre più recenti dovute ad un saggio impiego di maggior tempo libero conseguenza positiva del benessere raggiunto.
I problemi, alcuni gravi sorti anch’essi con il benessere anche se arrivati sull’isola in ritardo come spesso accade, spesso ci trovano impreparati e si aggiungono a quelli nostri di sempre.

Questi gigliesi vanno salvaguardati, vanno tutelati, vanno favoriti nelle loro attività quotidiane, invogliarne altri a seguirli con lo stesso spirito. Se un posto ha un'anima, loro sono l’anima del Giglio, sono la cartina di tornasole del buon andamento dell’isola. Sono poco appariscenti perchè di poco hanno bisogno ma forse inconsapevolmente fondamentali perché oltre all’anima del giglio ne sono anche il cuore-motore pulito.
Concentriamoci sulle positività elencate e non alteriamo questo equilibrio pena lo spopolamento ed il degrado definitivo e vero. Affrontiamo invece le negatività cercando di alleviarle il più possibile per renderle sopportabili.

In definitiva, l’invito a questi protagonisti spesso inconsapevoli ed a tutti coloro che questa tesi approvano, è quello di non accettare nessuna proposta che non parta dai presupposti sopra detti ma che soprattutto ci consenta sempre di avere una parte determinante nella gestione del territorio e del mare in cui viviamo quotidianamente e di trovare un po’ del nostro prezioso tempo da dedicare a questa contingenza straordinaria.

Ai nostri amministratori a diffidare dei professionisti della politica, essere prevenuti e non cadere inconsapevolmente in strumentalizzazioni, essere determinati rispetto alle priorità sopra descritte, non spostare la barra del timone neanche di mezzo grado anzi, visto che improvvisamente siamo diventati così determinanti per i nostri vicini al punto che anche la nostra provincia si è accorta che ne facciamo parte e che siamo un patrimonio di alto valore per l’intera nazione, usate voi, una volta tanto in maniera strumentale, questi argomenti per ottenere considerazione e pretendere ciò che ci spetta.
Il venir meno del senso di responsabilità nella politica in generale e in buona parte della pubblica amministrazione fa prendere scorciatoie pericolose nella gestione della cosa pubblica che sono la mancanza di decisioni o il semplice vietare.

Mi sia concessa una similitudine con il nostro ambiente marino sicuramente più comprensibile dai gigliesi. Fatevi come due  pesci a noi familiari, l’Occhiata e la Ricciola. La prima furba e diffidente la seconda forte e combattiva. Con questi espertissimi pescatori - burocrati - politicanti che usano esche imbattibili per i ghiozzi non ci sarà futuro."