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Salviamo gli ultimi mufloni in un modo condiviso
SALVIAMO GLI ULTIMI MUFLONI DELL’ISOLA DEL GIGLIO IN UN MODO CONDIVISO

Facendo seguito al nostro articolo dell’8 febbraio scorso (https://www.giglionews.it/2021/02/08/gli-ultimi-mufloni-del-giglio-lo-sterminio-ideato-dallente-parco/), che parla del progetto “Letsgo Giglio” dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano e della storia del Muflone del Giglio, veniamo a proporre un possibile modo per salvare i pochi mufloni rimasti.

COME L’ENTE PARCO STA ATTUANDO LA ERADICAZIONE Sono già stati abbattuti circa 97 mufloni e vengono stimati ancora vivi 25-40 mufloni, e forse meno dato che gli abbattimenti stanno continuando. La presenza dei mufloni qui al Giglio è stata portata ad un livello minimo, tanto che non se ne vedono quasi più.

L’Ente Parco ha l’intenzione, come ha spiegato nella videoconferenza del 26 gennaio scorso, di portare a compimento la eradicazione dei mufloni dal Giglio, tramite abbattimenti. Le catture, anche con lacci (potete immaginare la sofferenza di un Muflone preso al laccio, data la sua forza, massa ed intelligenza) saranno fatte solo per i “Judas radiocollarati” (come li chiamano loro) che utilizzeranno per individuare le famiglie di mufloni ed abbatterli.

Il Muflone, difficilissimo da vedere poiché ama stare nelle zone più sperdute dell’isola, è ammirato dalla maggior parte delle persone ed ormai fa parte del paesaggio isolano. Con la nostra petizione abbiamo già raccolto, in pochi giorni, più di 2.000 firme per fermarne il massacro.

POSSIBILI MODI PER MANTENERE IL MUFLONE AL GIGLIO L’Ente Parco e l’Amministrazione Comunale non hanno, pur disponendo di circa 1,6 milioni di euro, altre idee creative e costruttive per valorizzare questo meraviglioso selvatico sull’Isola del Giglio, che è anche un’attrattiva turistica.

Potrebbe essere realizzata una riserva faunistica, un vero piccolo parco, dedicato ai mufloni del Giglio.

In alternativa, potrebbero essere mantenuti in libertà, con controllo della popolazione da effettuare tramite prelievi a cadenza annuale, che manterrebbe una situazione di totale sicurezza, specialmente se le vigne venissero recintate, cosa che è comunque necessaria per ridurre i danni dei conigli.

MODO PER SALVARE I MUFLONI IN UN MODO CONDIVISO Si fa presente che non è esatto, come viene asserito e come oramai è opinione comune, che l’abbattimento sia l’unica soluzione per la eradicazione dei mufloni del Giglio, perché non c’è nessuno che voglia accoglierli in un’area protetta.

I discendenti del Professor Ugo Baldacci, fondatore della Riserva del Franco, dove i mufloni vennero introdotti nel ’55 a scopo di conservazione della specie allora a rischio di estinzione e per ripopolare le riserve di tutta Europa (https://savegiglio.org/esperti.html), si erano già a suo tempo dichiarati disponibili ad accogliere i mufloni ancora presenti all’Isola del Giglio, nella loro riserva di Miemo ed hanno confermato tutt’ora la loro disponibilità.

Ci auguriamo che l’Ente Parco e l’Amministrazione Comunale, così attenti e sensibili al territorio ed alle sue bellezze, rispettosi della vita, possano accogliere questa soluzione: non abbattere più neanche un Muflone del Giglio, catturare i pochi esemplari superstiti senza recare loro alcun danno o sofferenza e ricondurli nella riserva di Miemo, dove saranno ben voluti e potranno vivere in libertà.

Se nessuno dice niente, lo sterminio del Muflone del Giglio continuerà; se credete, firmate la nostra petizione per fermarli (https://savegiglio.org/petizione.html).

Cesare Scarfò