Intervengo sulla paventata istituzione di un'area marina protetta all'Isola del Giglio.
Vivo e lavoro a Siena, dove esercito la professione di avvocato, ma da almeno venti anni frequento assiduamente l'isola; molti abitanti del Porto mi conoscono per la passione per la pesca sportiva, che mi porta a percorrere frequentemente il mare circostante, in particolare nelle zone costiere, non sempre con grande fortuna.
Ritengo che qualsiasi tipo di vincolo, visti anche gli alti fondali che circondano l'isola, sia assolutamente inutile da ogni punto di vista.
I problemi che si possono incontrare in mare, sia pure saltuariamente, sono costituiti da una grande quantità di rifiuti, anche galleggianti, che arrivano (portati dai venti e dalle correnti) dai fiumi che sboccano sulla costa antistante, ridotti come sono a cloache a cielo aperto, che vengono ripuliti solo dalle piene; vengono trasportati anche grossi tronchi, ramaglie ed altri residui di origine naturale, che confermano l'assoluta e sconcertante carenza di manutenzione dei corsi d'acqua.
Gli interventi necessari ed urgenti sono, quindi, quelli radicali da fare sulla costa, intervenendo magari anche sulla circolazione delle grosse navi da carico che, passando nel canale tra isola e terraferma, spesso scaricano acque di zavorra e di lavaggio delle cisterne: questo, ovviamente, se si vuol fare davvero del bene all'ambiente naturale e non ci si vuol limitare ad iniziative esclusivamente burocratiche o, magari, demagogiche.
Un altro grave problema è stato talvolta portato dalle operazioni di pescherecci con reti da circuizione, oltretutto provenienti da altre e lontane marine, che hanno lasciato il segno, anni addietro, eliminando interi branchi di pesce pelagico non ancora maturo per la riproduzione, in particolare ricciole e tonni: ma è altrettanto evidente che anche questo rischio deve essere contrastato con apposite normative, facendole anche rispettare; non certamente con l'istituzione di un parco marino costiero, visto che tali scempi vengono perpetrati in mare aperto.
Non vedo altri particolari problemi intorno all'isola, che possano essere alleviati o risolti con la oltremodo penalizzante istituzione della suddetta area marina protetta.
Nella malaugurata ipotesi che il progetto venga realizzato, valuterò seriamente l'idea di spostare altrove il mio luogo ideale di vacanza (quale è sempre stata sinora l'Isola del Giglio, che è divenuta una seconda patria). E non credo proprio che sarò il solo.

Andrea Sorge Pasqui