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Mufloni: lettera aperta al Presidente della Regione Toscana
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LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA

ERADICAZIONE DEI MUFLONI ALL’ISOLA DEL GIGLIO

Alcuni mesi fa a Lei come ad altri esponenti politici ho inviato sui vostri siti ufficiali delle e-mail senza avere ricevuto nessuna risposta (compreso il Partito Democratico di Grosseto), l'argomento trattato è sempre lo stesso "cattura ed eradicazione dei mufloni dell'Isola del Giglio".

Questa lettera la dovevo scrivere alcuni giorni fa, ma mi è mancato il tempo ed oggi coincide con i risultati delle elezioni nazionali e non deve essere fraintesa la pubblicazione, comunque qualcosa culturalmente importante nei territori è successo.

L'attenzione e la presenza fisica della politica sui territori, a mio parere, è stata nel tempo sempre più assente, più diplomatica, più personalistica; la problematica dell’abbattimento dei "nostri mufloni con DNA ancestrale" sul suo territorio non Le dice niente? Eppure è un argomento dibattuto sulla stampa giornalmente, nessuna parola, forse non vuole entrare in conflitto politicamente con coloro che hanno deciso quanto sopra, dubbi che sorgono spontanei da parte dei cittadini.

Questi animali hanno fatto la Storia sull'Isola, li ho conosciuti da piccolo e la popolazione locale non ha subito grandi danni.

Legga le relazioni sull'argomento e non solo quelle pubblicate dal parco, già in questo sito troverà alcuni articoli di Alessandro Baldasserini che ribaltano completamente sia le ragioni dell'abbattimento che l'iter burocratico delle decisioni dei rappresentanti del parco; batta un colpo alla svelta si faccia sentire dove occorre, perché tante nefandezze sono già accadute, ogni animale castrato, ucciso o rinchiuso in un ambiente ristretto diverso dal suo ambiente naturale è da considerare morto.

La invito a leggere a QUESTO LINK una mia precedente lettera ai giornali online dell’Isola del Giglio.

L'ultima occasione per farle arrivare un messaggio da un cittadino.

Grazie per l'attenzione ed un cordiale saluto a Lei ed ai suoi collaboratori.

Argentino Stefanini