Ho riflettuto qualche giorno, pensando se era il caso o no prima di replicare a quanto scritto dal nostro sindaco, a commento di un mio intervento del 28 novembre, che prendendo spunto, ripeto dalla colpevole assenza della nostra Amm.ne alla rappresentazione teatrale del 10 novembre al teatro Moderno di Grosseto, voleva mettere in evidenza come, a mio modesto e umile parere, ci sia da parte dell’amm.ne comunale stessa, una strategia ben precisa a disconoscere o comunque a sminuire tutti quegli eventi culturali che non sono frutto o emanazione diretta della stessa.
A sostegno di questa tesi, ho fatto riferimento ad alcuni episodi specifici ed altri ce ne potrebbero essere, quindi, prima di scrivere che si tratta di “palesi false affermazioni”, si sarebbe dovuto, sempre a mio modestissimo parere, entrare nel merito degli avvenimenti da me citati; non lo si è fatto arrampicandosi genericamente invece sugli specchi di un politichese, quello si “trito e ritrito“, da far invidia alla prima e alla seconda repubblica messe insieme.
Sforzandosi comunque un po’, anzi direi un bel po’, possiamo anche credere che, ad esempio, la sera del 10 novembre (sabato), sindaco, vicesindaco, assessore alla cultura (ripeto, ma ce l’abbiamo?) e tutti gli altri componenti della giunta erano oberati da impegni presi in precedenza.
Fino a qui siamo comunque in un campo in cui è lecito avere idee diverse, anche se sarebbe opportuno che tutte le manifestazioni avessero, non solo a chiacchiere o a volte dando un patrocinio poco più che formale, la stessa attenzione da parte di chi amministra; questo vale sempre e, a mio modestissimo parere, ancor di più in una piccola comunità come la nostra. Sarebbe il modo migliore, quello si, affinché “La cultura non sia terreno di scontro politico“.
Diverso è invece il discorso laddove il nostro sindaco afferma che, “stigmatizzare la polemica che incide nel vivere comune è un dovere istituzionale”, in quanto, “chi legge da fuori si fa una cattiva idea di noi quando invece occorre il contrario”.
Io penso invece, che avere opinioni diverse e poterle esprimere, quando questo viene naturalmente fatto in modo trasparente, civile e non offensivo, non possa che contribuire a far crescere sotto ogni punto di vista, anche una comunità piccola e circoscritta come la nostra; anzi, chi è chiamato ad amministrare nell’interesse di tutti, deve farsi carico delle critiche che gli possono esser fatte, esprimendo sia chiaro il proprio disaccordo dove ritiene di farlo, senza però trincerarsi dietro chissà quale aureola di supponenza o di infallibilità.
Per finire poi, starei molto attento, caro Sergio, a rimarcare (due volte) come fai nella Tua risposta, chissà quali differenze tra chi vive al Giglio tutto l’anno e chi no. C’è chi lo fa per scelta, comunque legittima e chi lo fa e si tratta della maggior parte dei casi, per motivi di lavoro o per motivi legati allo studio dei figli; hanno quasi tutti la residenza al Giglio (e quindi lì votano), considerando questo un modo per rimanere ancora più legati alla nostra splendida isola. Li vogliamo considerare cittadini di serie B o comunque incapaci di comprendere o di tenersi aggiornati anche su ciò che accade al Giglio quotidianamente? Nel mio caso, poi, avrai notato che sono al Giglio spessissimo anche “fuori stagione“; sarà forse per gli anni che passano e non certamente per un atteggiamento snob, ma mi sembra che il Giglio mi piace sempre di più nei periodi in cui è meno affollato, anche se so benissimo che la confusione estiva è elemento vitale per l’economia dell’isola.
Sono cambiati radicalmente i tempi da quando Tu, per i motivi elencati sopra, abitavi a Roma e magari venivi al Giglio solo per le vacanze di Natale, di Pasqua o per le ferie estive; i collegamenti con la terraferma sono più frequenti e si svolgono con mezzi sempre più sicuri e confortevoli e, grazie ad internet, anche per la professionalità di chi gestisce i nostri siti di riferimento, si può essere aggiornati in tempo pressoché reale riguardo a ciò che avviene sull’isola anche per chi, in quel momento sull’isola non c’è, basta volerlo.

Angelo Stefanini (di Ottavio)

P.S. Non è mia abitudine replicare a chi fa dei commenti su quanto da me precedentemente scritto. L’ho fatto stavolta, perché ho avuto la sensazione che la replica più che sui fatti, fosse di carattere strettamente personale e questo, pur nella diversità di opinioni che si possono avere sui più svariati argomenti, non va bene. Per me il caso è comunque chiuso qui.