"Progetto Giglio" presenta Gaia Rum

Continuiamo con la presentazione, ad uno ad uno, di tutti i candidati consiglieri della lista civica “Progetto Giglio”:

Gaia Rum

gaia rum isola del giglio giglionewsfamiglia Nannarone, nipote di Beppe Rum un mito per me che l’ho conosciuto poco, un’istituzione al Giglio tanto che, a quattordici anni dalla sua morte, ogni volta che c’è un problema da risolvere o che succede qualcosa, ancora oggi, la frase: "eh se ci fosse stato Nannarone a quest’ora…." accompagnata da un lungo sospiro, riecheggia per le vie del Porto. Nonostante non sia, ancora, riuscita a riempire i puntini di sospensione, mi fa sempre piacere sentirla ripetere.

Nata a Orbetello, come quasi tutta la mia generazione, nel 1989, cresciuta al Giglio a forza di nasello bollito e minestra di pesce, sapientemente cucinati da Nonna Vittoria, ribattezzata da me, mio fratello e dai nostri amici nonna Victory, perché fa più young. Mamma Gemma, che una ne pensa e mille ne fa, e babbo Gabriele, che sembra sempre un po’ imbronciato ma è solo un timidone, da quando ne ho ricordo, sono gestori d’albergo. Ed è in albergo che io, mio fratello Tommaso e, più tardi, mia sorella Giulia, abbiamo passato gran parte della nostra infanzia, girellando tra i tavoli del ristorante mentre mamma prendeva le comande, avendo come amici i figli dei clienti e come famiglia allargata il personale dell’albergo, o almeno io l’ho vissuta così.

Laureata, in Scienze Politiche Relazioni Internazionali presso l’Università degli Studi Roma Tre, con 99/110 (voto da sfigati, diciamoci la verità!), non so ancora cosa voglio fare da grande. Nel frattempo, aspettando che arrivi l’illuminazione, corro, piano, ma corro, faccio teatro nella compagnia gigliese e tento di suonare la chitarra, senza ottenere grandi risultati in realtà, ma divertendomi tantissimo! Ho trascorso un intero anno di liceo negli Stati Uniti, presso la Rogers High School di Rogers Arkansas, ricoprendo un ruolo importante all’interno della sezione percussioni della Rogers High School Marching Band: suonavo i piatti. Altra cosa da sfigati che, però, mi ha permesso, non solo di imparare l’inglese, ma anche di seguire tutto il campionato liceale di football americano, senza, tuttavia, capire le regole del gioco. Ho studiato, grazie al programma Erasmus, presso l’Università Autonòma di Madrid per sei mesi e prima di ricominciare con l’Università avevo deciso di ritornare al Giglio per lavorare in Albergo per l’intera stagione estiva, iniziare a coltivare l’orto e leggere Proust (ancora per la storia dell’Illuminazione) ma, si sa, non sempre le cose vanno come le avevamo progettate.

Sbarcata sullo scoglio, ho incontrato un gruppo di persone, che avevano delle idee e un progetto da condividere e attuare al quale ho deciso, dopo una lunga riflessione, di aderire dando il mio contributo. Perché penso che a vent’anni si abbia non solo il diritto ma anche il dovere di credere che le cose possano cambiare, in meglio, nonostante tutto, nonostante tutti. Perché il Giglio, in fondo, rimane la mia più grande passione e Proust sta così bene sul comodino che quasi, quasi mi dispiace spostarlo.