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Arpat: il monitoraggio del mare del Giglio 2016/2017
Arpat: il monitoraggio del mare del Giglio 2016/2017

In conseguenza al naufragio della Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012 presso l’Isola del Giglio e successivamente alle operazioni di soccorso, è stato formalizzato un apposito accordo tra Regione Toscana, ARPA Toscana e ISPRA per il monitoraggio finalizzato alla verifica delle attività di ripristino dei fondali dell’area del Giglio interessata dall’incidente della Costa Concordia.

Il piano di monitoraggio adottato da ARPAT è stato elaborato, in collaborazione con ISPRA, tenendo conto della normativa vigente che in casi come questi prevede un monitoraggio d’indagine per valutare l'ampiezza degli impatti dell'inquinamento accidentale arrecati all’ecosistema marino dell’area.

Ora è stato pubblicato il rapporto sui risultati del monitoraggio ambientale effettuato dall'Agenzia, nel periodo 2016-2017.

È stata presa in esame la matrice acqua nelle sue componenti: colonna d’acqua e elementi di qualità biologica, sia nelle immediate vicinanze del relitto che in zone ad esse adiacenti, oltre ad ampliare il range delle sostanze chimiche analizzate nei punti a maggiore distanza dal relitto, nei quali era già presente il monitoraggio periodico effettuato ai sensi del Testo Unico delle leggi ambientali (D.Lgs. 152/06).

Per quanto riguarda lo stato chimico, dai controlli analitici della colonna d'acqua non sembra che l’impatto sull’ambiente marino determinato dal naufragio della nave Costa Concordia e dalle successive operazioni di rimozione interessi le acque prelevate nelle immediate vicinanze del cantiere: di fatto al momento non sono state evidenziate situazioni di criticità.

I test di tossicità hanno sempre dato esito negativo e le concentrazioni di metalli sono risultate sempre entro i valori degli standard ambientali previsti dalla normativa.

Le altre analisi chimiche mostrano un'anomalia nelle concentrazioni medie dei TBT (Tributilstagno) con superamenti del SQA-MA nel 2016 in tutte le stazioni tranne Giglio e nel 2017 in tutte le stazioni eccetto Cala di Forno. Nonostante dal 1° gennaio 2003 la Direttiva 2002/62/CE abbia vietato l’immissione sul mercato e l’uso dei prodotti organostannici nei prodotti antivegetativi destinati a qualsiasi tipo di imbarcazione, questi composti, data l'elevata persistenza, sono presenti nella matrice acqua in tutti i corpi idrici della Toscana indagati ai sensi del D.Lgs 172/15; il superamento dello standard ambientale all’Isola del Giglio, quindi, non è da ritenersi in relazione con il naufragio della Costa Concordia.

Per quanto riguarda la valutazione dello stato ecologico, il monitoraggio ha riguardato la biomassa fitoplanctonica, la Posidonia oceanica e il Coralligeno.

Biomassa fitoplanctonica

I valori medi di clorofilla-a, calcolati così come indicato dal DM 260/2010, e i valori relativi al Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) indicano uno stato ecologico ELEVATO per tutte le stazioni monitorate.

Tale risultato è avvalorato anche dai dati di TRIX (indice che mette in relazione elementi chimici e fisici quali ossigeno, nutrienti e clorofilla a) che indica uno stato di bassa trofia in tutte le stazioni indagate.

Posidonia oceanica

L’indice PREI applicato sulla matrice biologica Posidonia oceanica classifica tutti i siti tra la classe BUONA ed ELEVATA, pur mostrando alcune differenze il sito di impatto Cala del Lazzaretto e i siti di controllo, evidenziando nel primo alcuni segnali di stress, con valori di PREI leggermente inferiori se confrontati con quelli dei siti di controllo lontani dall’area impattata.

I segnali di impatto sono evidenti e confermati da segni di erosione, con matte scoperta e uno scalzamento dei rizomi, in particolare nelle porzioni centrali delle praterie e su parte dei limiti inferiori, non rilevati nei siti di controllo.

Coralligeno

Per quanto riguarda il coralligeno, i popolamenti dell’Isola del Giglio appaiono ben strutturati e diversificati in tutti i siti di controllo indagati, con patterns di variabilità spaziale che sono da considerare tipici dell’habitat a coralligeno.

La qualità ecologica è risultata ELEVATA in quasi tutta l’area tranne per il sito di Punta Gabbianara, classificato in stato ecologico BUONO.

Le indagini condotte sul campo e i risultati ottenuti dall’applicazione dell’indice ESCA negli habitat a coralligeno dell’Isola del Giglio hanno evidenziato che l’impatto, dovuto ai lavori di cantiere di rimozione prima e i successivi (e ancora in atto) lavori di ripristino dei fondali, è rimasto circoscritto all’area di cantiere, senza alcun effetto né sulle aree indagate immediatamente adiacenti al sito di impatto (vedi Punta Lazzaretto) né, tanto meno, in zone più distanti.

La presenza dominante di feltro algale nel sito di Punta Gabbianara conferma il tasso di sedimentazione come principale sorgente di stress ambientale per i popolamenti del coralligeno, suggerendo anche un possibile, quanto auspicabile, recovery dei popolamenti una volta cessata la sorgente di impatto.